giovedì, febbraio 05, 2009

IED: Improvised Explosive Device

Mi fanno sdraiare sulla sedia. Anzi sul lettino. Come si chiama quello del dentista? 
Sdraio non è appropriato, comunque mi ci sdraio.
Si sta abbastanza comodi, è questo il punto.
Si sta talmente comodi che mi sembra di volare, ma non si trata dell'effetto di un anestesia che ad ogni modo poi non mi hanno nemmeno fatto, diciamo che sembra di essere in aereo.
Immagino che, dopo l'otturazione, mi alzerò da quella sedia ed uscito in strada, mi renderò improvvisamente conto di essere in un altra città.
Boston, Lione, Osaka, Oslo, Lima, Levaldigi.
Poi mi colpisce un'analogia con un altra sedia, comoda anch'essa, una poltrona.
Il cinema.
In aereo il cinema lo mandano già, in piccole tv private oppure in sedici pollici troppo lontani e male inclinati. Ma non è quello, lo schermo, che turba la visione dello show. E' che ti manca tanto la la privacy di casa tua, quanto la mondanità di uno spettacolo affollato. Non sei nè a casa nè al cinema, sei in aereo: affronta la realtà. Il cinema è un servizio in più, devi mantenere la concentrazione stretta sul fatto che, in realtà, il tuo obiettivo è quello di andare dal punto A al punto B e non essere intrattenuto.
Il cinema l'aereo il dentista hanno qualcosa in comune, un segno distintivo sottile che non individuo facilmente. Soffrire con la bocca aperta, viaggiare, perdere due ore della propria vita per vedere/sentire/provare una storia, che cos'hanno in comune?
Immagino un mondo futuro, il mio, dove gli impegni non aumentano ma vengono invece condensati. Un mondo dove gli aereoplani sono anche cinema e viceversa, dove le prime visioni vengono proiettate ad alta quota in gigantesche camere pressurizzate. Dentisti da cui la gente, quando esce, non si dirige verso casa ma verso l'albergo, l'hotel, il ristorante prestigioso di Minsk.
Vedo un mondo multitask, dove l'attenzione viene continuamente attratta da qualcosa di utile: la manicure durante la lampada durante il taglio dei capelli durante l'ascolto di un nuovo singolo di Giusy Ferreri guardando X Factor nel tragitto che separa A da B.
Mi ricordo di Kim, il gioco dei cinque sensi: solo che qui i cinque sensi, il dolore per un otturazione distale, l'estetica, il sesto senso ed il settimo dei cavalieri d'oro, tutti quanti nessuno escluso, sono attivati, ottenebrandosi inevitabilmente l'un l'altro.
Senti ancora il cosmo bruciare dentro di te?

1 commento:

Anonimo ha detto...

have you ever looked for "brachistocrona" on google?