martedì, giugno 03, 2008

Memorie di un vetraio

Fino ad ora, ho sempre creduto che le cose inversosimili che ho vissuto fossero due.
La prima cosa accadde nel 1979 quando un cane Terranova, di nome Bandiera, mi palrò per due ore di donne, sigari e insalate di mare.
La seconda fu il 3 giugno del 1988 quando un albero, precisamente un tiglio del lungofiume di Xxxxxx, mi chiamò per nome e disse sette semplici parole.
Ora che sono sul letto di morte, mio cugino Tolomeo mi ha confidato piangendo di aver architettato lui stesso lo scherzo del Terranova. L'ho perdonato, ma ancora non posso morire tranquillo.
Un ultimo dubbio mi assale, l'ultimo di una lunga, lunghissima serie: che cosa voleva dire con quelle parole quell'albero, che tra l'altro mori', il 3 giugno di sei anni or sono, vecchio e malato, in favore di alcune aiuole fiorite, senza dubbio più colorate?
Che cosa volevano dire quelle sette parole?
Ai posteri l'ardua sentenza, a me spetti solo il compito di tramandarle a chi di dovere:
"La religione è il pioppo dei popoli"

8 commenti:

Anonimo ha detto...

bleha

Anonimo ha detto...

ma poteva anche essere uno spazzino

Anonimo ha detto...

questo post è spazzatura

Anonimo ha detto...

hasta ahora, yo siempre he creído que las cosas que he vivido inversosimili fueron dos. Lo primero que ocurrió en 1979 cuando un perro Terranova, nombre bandera, me palrò de dos horas de la mujer, cigarros y una ensalada de mar. El segundo fue sobre 3 junio de 1988, cuando un árbol, precisamente una lima, Riverside de Ischia, me llamó por su nombre y dicho siete palabras simples.

Anonimo ha detto...

illeggibile

Anonimo ha detto...

non sperare di passarlo privato

Anonimo ha detto...

ciucciate

Anonimo ha detto...

Ogni risata aveva un colore.
Quando ridevamo giallo tutti si voltavano
e ridevano con noi.