giovedì, ottobre 12, 2006

Sono una cosa deplorevole: rido, solo, pensando alle sporcaccionate che scrivo sulla chat di mtv mentre mi alleno a tenere tre pennelli fra le dita dei piedi. Sono una cosa deplorevole e la mia tastiera lo sa. Lei lo sa. Lei sa quello che voglio. Lei è troia. Io me la ricordo, la troia. In una mano aveva il coltello e nell'altra una cosa che poteva essere un'ala di pollo come un petto, con qualche patatina fritta di contorno. I pestelli della guerra continuavano a travagliare l'umanità come un parto gemellare. E io avevo paura ma ero troppo povero anche per amarti. E tutto era così avariato che avrei preferito essere guercio da un occhio per non vedere. Allora mi sono dato alla pazza fuga
e tu, ingiuriami se vuoi
maschione

4 commenti:

Rodrizio ha detto...

inno all autoerotismo

Anonimo ha detto...

tocccatiiiiiiiiiiii

Anonimo ha detto...

se avessi voluto essere autoerotico avrei parlato certamente del bastone del dott. House

Anonimo ha detto...

o della stampella della Weaver