martedì, settembre 15, 2020

To greeble a mockingbird

Sono le nove meno un quarto e l'estate non ha ancora deciso quando finire. Ogni tanto gli alieni ci scrivono per sapere cosa faremo, durante le feste. Ci guardiamo, leggendo il messaggio allo stesso tempo, sapendo di non avere troppa voglia di dedicare loro altro spazio.

All'inizio c'era stata una certa euforia: i media, l'attenzione, la curiosità. Ma poi gli alieni sono tornati e non per portarci via con loro. Volevano solo essere nostri ospiti. Scoprire tutto di noi, visitare i luoghi della nostra vita.

Questo ci ha costretti a ripensare alle nostre priorità, alle nostre intenzioni. Ci siamo scoperti molto più umani di quanto avremmo pensato. Adesso, certe volte, mi vengono gli occhi lucidi quando guardo un poster motivazionale, perché il pensiero di potercela fare porta con sé un romanticismo che non riesco più ad abbracciare con lo sguardo.

Dove sono finite le smanie che mi guidavano un tempo? La voglia di avere una cosa per primo, di farla per primo? Ora che riesco a sentire i confini dell'universo mi sembra che qualsiasi insieme sia troppo grande per escludere qualcosa al di fuori di sé. 

Ma gli alieni sarebbero potuti anche essere dei gatti, se solo si fosse trattata di una forma di interazione nuova con loro. Tutto questo sarebbe successo anche se i gatti avessero improvvisamente cominciato a parlare, perché penso che si sentirono così anche le prime persone che addomesticarono i lupi per vivere insieme a loro.

Esiste un'innocenza sostanziale, nascosta tra le pieghe di quello che definiamo normale, di cui alcuni vivono la fatale rottura. Perché una volta che quella cupola si incrina non è una liberazione, ma una prova degna dei più impavidi degli eroi. Dopo la rottura arriva una progettazione tormentata, cui segue un faticoso lavoro edilizio per erigere un nuovo igloo, più grande del precedente, nel tentativo di ricostruire un dentro più grande, sapendo di non poterlo fare tanto grande quanto dovrebbe esserlo; senza più avere fiducia nella differenza tra dentro e fuori.

Solo le persone ci tengono uniti, incapaci di dissolverci, solo le cose che le persone dicono e fanno, solo le cose che sussurrano mentre guardano il cielo, non sapendo cosa contenga agli occhi dell'altro. Perché esisteranno sempre un dentro ed un fuori tra due persone, specialmente tra quelle che si vogliono bene.