giovedì, novembre 30, 2023

L'età maggiore

 IPiroga, cazzo di blog, compi diciotto anni.

Ora puoi bere fumare scopare e votare.

Tutti valori che nel tempo sono cambiati.

Tutte cose che tecnicamente non richiedono di avere diciotto anni per essere fatte. Sii sincera: hai bevuto?

Ho come l'impressione che ci sia una graduale presa di coscienza: che non capire un tubo di niente non sia un grande problema e che la dimensione del mondo ed il numero degli umani sia tale da impedirci di comprendere davvero ciò che succede a livello globale senza perdere qualcosa del nostro attuale ideale di umanità.

Mutatis mutandis.

Questo continuo utilizzo delle locuzioni dubitative tradisce probabilmente una certa propensione a rifiutare il rischio, forse considerando già sufficientemente incerta ed inconoscibile la realtà che ci circonda prima ancora di fare lo sforzo di provare a descriverla.

Spiare baldracche alla frontiera cambierà ancora significato in futuro. Mutatis mutandis, finiremo per non possedere più nulla. Assecondando la deriva assimmetrica del turbo-socio-capitalismo-feduale-antiresiliente, saranno i ricchi ad essere sempre i più virtuosi in quanto in grado di acquistare ogni servizio necessario senza dover possedere mai nulla.

Solo i poveri andranno in giro in auto di proprietà, tornando sempre alla stessa casa, avendo (formula odiosa, da prescrivere a breve: la neolingua dovrà presto trovare qualcosa di meglio) dei figli loro. 

Credo che manchi poco al primo figlio corporativo. Il primo bambino con un genitore-azienda che cambierà tutori legali ad ogni rinnovamento del CdA. Prego voler giustificare, cordialmente, imperciocché...dichiaro l'Italiano una lingua morta. Vorrei scriverlo sui muri ma dovrei usare l'inglese. I genitori-aziende del futuro dovranno cambiare linguaggio e non solo in merito alla scelta dei termini. Fallito l'esperanto forse si tornerà al latino. Vi faccio io latino? L'impero romano colpisce ancora. Ecco perché tutti ci pensano così spesso. Sotto sotto l'Europa è fatta di nostalgici che fanno ancora il saluto romano.

Ipiroga, in diciotto anni non ho fatto che riempirti di cazzate. Non me ne pento. Non intendo nemmeno intonare un "purificami". Farcirsi di cazzate non è una cosa di cui vergognarsi. La reputo una sorta di rimedio contro il freddo abissale dello spazio profondo. Sì, come isolarsi dal freddo riempiendosi la giacca di carta di giornale: i giornali sono cose così insulse da essere nobilitati da un simile utilizzo. Sono fossili viventi, dinosauri smemorati che non ricordano di essersi estinti. Dodi.

Chiudo gli occhi per ritornare al 1997. Niente. Non un suono, non un sospiro, non un sapore: non ricordo nulla se non ho un telaio su cui ancorare questi ricordi. Molli e sgocciolanti come vestiti tirati fuori da una vecchia lavatrice che non centrifuga più tanto bene. Centripeta, centrifuga: che cazzo mi frega. Essere scurrili è l'ultima forma di resistenza di fronte ad un mondo che cambia in modi che comunque tutti hanno sempre e solo finto di capire, figuriamoci di accettare. Porca puftana, se mi parlano ancora una volta di inclusione mi escludo dal discorso. Cosa minchia pensiamo che sia l'inclusione? Ogni vita è una lotta per la morte degli altri. 

Scriverò di nuovo qualcosa di romantico e positivista, ma non questa sera: hai diciotto anni ormai, datti una cazzo di svegliata.

domenica, novembre 05, 2023

Everything Can Stop What Is Coming


Ci sono lingue in cui il futuro è collocato dietro di noi per meglio rappresentare il concetto di non poterlo vedere.

Megan Gayle professava che tutto fosse intorno a me e a questo punto non posso che pensare che si riferisse al futuro. Il passato sarebbe quindi dentro di me; penso anche di sapere da dove entri.

Mi perseguita l'idea che il passato possa essere un luogo fisico, uno spazio abitabile come quello in cui ci troviamo ma in cui le cose non succedono. Come un cacofonico volume di cenere. A ben pensarci, il passato non può che essere un luogo destinato ad aumentare. Anche l'universo si espande, da cui la domanda: viviamo forse nel passato?

Immagino che rinunciando all'idea di possedere il libero arbitrio, potremmo immaginare di essere entità che seguono la vita dei corpi che possediamo, cercando di dare un senso ex post ad intere vite di solo istinto.

È tutto già successo, dobbiamo solo decidere cosa.

Manca poco ai primi telefoni appless. Le app non spariranno davvero, torneremo bensì al loro ruolo di utilities come l'orologio e la torcia. Geni pronti ad essere interrogati dalle intelligenze artificiali per appagare le nostre imprecise richieste.

- Assistente: risolvi.

Finalmente, avremo servi più furbi di noi.

Il prevedibile calo demografico cui andiamo incontro non porterà soltanto un aumento dell'automazione nelle vite di tutti i giorni. Vedo i paesi ammutolirsi e spegnersi nell'inedia di una poco ispirata occupazione. Intere comunità ravvivate dal tormentone estivo per spegnersi sotto l'acqua scrosciante dagli uragani.

Guardando le montagne mi chiedo sempre se ci siano punti in cui non sia mai stato un essere vivente: sono pruderie da umani.