sabato, maggio 30, 2009

Ah AH

Aiutiamo Rodrizio a fare dell' iPiroga una merda

Coraggio Baro, posta anche tu qualche foto di berlusconi, o qualche fotomontaggio di bassa lega copiato da qualche altro sito!








Coraggio Baro, posta anche tu qualche foto di berlusconi, o qualche fotomontaggio di bassa lega copiato da qualche altro sito!

TRANS-ART

Collezione privata, Arcore, Brianza (Italy) .

venerdì, maggio 22, 2009

Sarai mondo se monderai lo mondo

Quel poveretto sul treno dormiva, aveva una faccia da schiaffi. Teneva tutte le sue quattro cose nelle tasche pulciose e stringeva compulsivamente una borsetta tra le gambe. Teneva qualcosa di prezioso li' dentro?
Aveva anche velleità artistiche: leggeva, se si può legger dormendo, un libro preziosissimo di un brillante autore russo. Chissà come fece a svegliarsi in tempo, su quel treno per Ventimiglia. Si può parlare di fortuna? Aveva certamente una faccia da schiaffi, complice il caldo.

domenica, maggio 17, 2009

le arcate dentali, è un qualcosa che mi irrita


Il nostro nostromo mostrava avanzati timoni inoffensivi nei vasi dei vicoli, i riccioli oleosi si lavavano lavandoli con olii di lavanda. Le lavandaie, levandosi, levavano le sete lavate anzitempo e nella slavata luce della valle lavica, si avviavano verso i lavatoi. I buoi, da buoni fratelli, non erano da meno e vedendo nei coltelli una minaccia bella e buona, si abbonarono, con tanto di tessera, al partito, conformandosi a coloro che delle confetture avevano fatto confezioni di confessioni. Che dici? Gli chiesero. Rispose una portiera: "Apritemi! Si' che io abbisogno di essere aperta, mentre la macchina và"

giovedì, maggio 14, 2009

L'ISPETTORE D'ERRICO

Giuocare con le parole.
Fatue EMorroidi SnoB apPplaudiscono eccitate!

ENIGMA RISOLTO

metropolitesse

è un periodo in cui osservo le unghie. 
ce ne sono molte di unghie: unghie edibili, enigmatiche, affabili, a mandorla, lunghe, corte, robuste, taglienti, infette, perfette, dipinte, smaltate, laccate, spaccate, nere, tetre, unghioni ed unghiette.
mi guardo le unghie e penso: "in quale modo se le guardano i finocchi?"
ecco che arriva una vecchia, vecchia misteriosa, vecchia di umili origini, vecchia strega, anziana, vecchia megera, vecchiarda, matusalemma, mummia, sdaura, catafalco, sarcofag...che palle questo sole! Continua a darmi nelli occhi, e tu che vuoi vecchia bifolca? Che compri i tuoi funghetti? Le tue mele? I tuoi asparagi ripieni? Ah maledetta, lo so che cosa indichi, con le tue lunghe unghie unghiose, coriacee, adunche, indichi la mia macchina da scrivere. Ebbene non l' avrai! E' una macchina magica...che canta e suona sincopata le cose che ci scrivi. No, non è un organetto. La vuoi sentire eh? E se la vuoi sentire balla allora, matusa! Come facesti ai tempi del cretaceo, al ritmo delle mie parole:" one ipiroga rap, sa nuove valiame!"

sabato, maggio 09, 2009

Cogitabis Tu

Giuocare con le parole.
Fatue EMorroidi SnoB apPplaudiscono eccitate!
Piovresche affermazioni fanno venire meno la fede nella parola. Tutto si puo fare: ottenere, persuadere, abbindolare, godere e far godere. Sembra che la cosa più difficile sia dire la verità.
Fatue EMorroidi SnoB apPplaudiscono eccitate!
Sono irreprensibili nel giocare con le parole, sono equilibristi che lasciano estasiato il pubblico:
Fatue EMorroidi SnoB apPplaudiscono eccitate!
Al circo della vita, dove nell' errore sta la soluzione, e la verità sta nell' errore, la soluzione è una verità!
Fatue EMorroidi SnoB apPplaudiscono eccitate!

Riprende oggi la distribuzione della Nova sagra dell' Arte, rivista poco letta di cultura non generale.

venerdì, maggio 08, 2009

plum cake (la madeleine de no atri)

Devo avere otto o nove anni, è una grigia mattinata piovosa.
Nel pomeriggio farò merenda, guarderò i cartoni animati, mi spaventerò senza motivo e dormirò il sonno misterioso dei bambini. Al momento, sono al telefono con Zeus, ci diciamo cose, parliamo.
Sono improvvisamente nel bosco, ho sedici anni o giù di li', torno dal fiume a torso nudo, indosso una lunga sciarpa giamaicana. Rido, vedendomi cosi', e mi giro sentendo quelle risate dietro di me.
Sono in ospedale, un'anestesista dai grandi occhi blu mi chiede se sento qualcosa quando mi tocca la gamba. Non sento niente.
Mi risveglio dall'anestesia, siamo due o tre anni nel passato, non ricordo molto bene, sono in una clinica questa volta, non diversa dall'ospedale di prima. Sto leggendo il grande Gatsby. Ora sono sufficientemente lucido da capire che non mi ricorderò niente se leggo adesso, subito dopo, ma sarà come averlo letto da addormentati. Si potrà poi leggere dormendo? Sarebbe una soluzione. A cosa? Ma non mi importa nulla. Sto dormendo sulla spiaggia e la mia unica preoccupazione è quella di perdere il traghetto. Mi alzo che sto ancora dormendo, tiro una capocciata, ma questo non posso ricordarmelo! Come faccio a saperlo? Rimonto sul letto a castello tra gli insulti, la gente vuole dormire, chissà cosa ho sognato. Forse ho parlato nel sonno. Rimetto la testa sul sacco a pelo, cercando di prendere sonno, mi concentro sulla lucina rossa degli alberghi, anni dopo capirò che si tratta del condizionatore. O di qualcos'altro, comunque ero stato io a capire dove stava l'asse da stiro, anche se ormai dovevamo tornarcene a casa. Come quella volta in pullman, che la prof di italiano mi raccontava della bellezza del silenzio degli innocenti. Sette mesi dopo, cinque giorni prima, un'estate fa. Sento che mi sto osservando, dalla parte sbagliata di un armadio-specchio. E' fessurato, e la mia immagine si triplica, volteggia come una falena verso le fessurine di luce che vedo al...e pisto mi racconta, alla fermata dell'autobus, di quello che mi succederà. Sono pochi i profeti che se la son sentita di dire qualcosa su di me, li guardo, incollando tra l'oro sguardi dati con occhi diversi, uno in particolare è piuttosto corpulento, parla di rane che avevano ingoiato monete, di rame. Una storia ironica. Sono finalmente arrivato alla seconda boa, da solo, una bracciata dopo l'altra, guardando continuamente sott'acqua terrorizzato dalle meduse e salgo, sotto di me, il buio delle posidonie. 

giovedì, maggio 07, 2009

lunedì, maggio 04, 2009

Er coltello

Ar mio, sopra la lama ch'e' rintorta
C'e' stampata 'na lettra cor un fiore;
Me lo diede Ninetta che m'e' morta,
Quanno che me ce messi a fa' l'amore

E quanno la baciai la prima vorta,
Me disse: - Si m'avrai da da' er dolore
De dimme che de me nun te n'importa,
Prima de dillo sfonnemece er core. -

E da quer di' che j'arde el lanternino
Davanti a la crocetta ar camposanto,
Lo porto addosso come un abitino.

E si la festa vado a fa' bisboccia,
Si be' che ci abbi' tanti amichi accanto,
Er mejo amico mio ce l'ho in saccoccia.


(Cesare Pascarella)

sabato, maggio 02, 2009