mia madre lo chiama "il marinaio"
mio padre "il marinaio norvegese"
in questi giorni vaga tra queste quattro mura come un anima in pena il ritratto di un marinaio
veramente si tratta del ritratto di un uomo vestito da marinaio,
ma sono disposto a ritrattare.
la cornice su cui era affisso valeva ben più di lui
e messo piede in questa casa ne fu subito staccato
in quanto il quadro era brutto
e la cornice era bella
e notate che è solo in questo punto che fanno la loro comparsa
gli aggettivi.
Il marinaio venne da me implorando pietà o, almeno, un epitaffio sconcio in suo onore di quelli che si tatuano sulle natiche gli sconci uomini di mare.
Gli risposi che di epitaffi sconci ne avevo in abbondanza, ma che il mio pathos, la mia pietà artistica, dovevo conservarla per i giorni di magra o, almeno, per Il libro degli iPiroga.
E qui gli girarono le balle:
"Arte?Balle!L'Arte è morta al largo di capo Hatteras mentre davo una festa sul mio brigantino!Gli artisti sono stronzi, e chi lo dice lo è!"
Fu allora che scelsi la via dell'avventura.
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1 commento:
ghey
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