Erano da poco passate le sette: ritornò in camera sentendo ancora una volta quell'odore dolciastro di chiuso e tic-tac, esattamente come quando era entrato per la prima volta, quel pomeriggio.
Lo annoiava l'idea di essere stato preso in giro: doveva trattarsi per forza di una stanza per fumatori, anche se aveva chiesto espressamente il contrario.
In fondo, perché arrabbiarsi con quell'albergo di terza categoria?
Non ci avrebbe nemmeno dormito, su quel letto color cartone.
Bussarono alla porta, che subito aprì facendo entrare le due ragazze che aveva conosciuto quel pomeriggio.
Facce già viste in città, con cui però non aveva mai parlato prima.
Quella che gli era sembrata più carina, ora era meno bella; mentre la meno carina, illuminata dalla luce morbida della plafoniera, gli ricordò di un vecchio film: un'attrice di una bellezza passata.
Immaginò, per un breve attimo, di passeggiare con lei, in salita, cercando un tavolo per la loro casa in affitto, con i cappelli calcati sugli occhi per non lasciarsi spettinare dal vento gelato.
- Allora, lo avete portato?
Quella che subito gli era sembrata più carina tirò fuori dalla tasca una bustina trasparente, con dentro una pillola, mentre l'altra guardava fuori dalla finestra.
- È il quarto piano, non hai trovato nient'altro?
Lui si soffiò il naso, prima di rispondere.
- No. Bene, i soldi sono nella giacca. Prendeteli pure.
- Ok, allora noi prendiamo e andiamo.
Guardò meglio la ragazza che subito gli era parsa più bella. Aveva profondi occhi nocciola, che socchiuse cercando la mazzetta di banconote dentro alle tasche. Erano arrossati: troppa polvere.
- No, un attimo. Aspettate che faccia effetto.
Scrollarono entrambe le spalle.
- Ok.
- Ok?
- Ok.
Inghiottì la pillola.
Aprirono la finestra e subito entrò una brezza leggera.
Avrebbe voluto ringraziarle, ma non ci riuscì: aveva già cominciato a rimpicciolire.
La più carina alzò la maglietta, caduta nei pantaloni e sopra alle scarpe come un sacchetto di plastica, svelando un piccolo pettirosso.
Il piumaggio gonfio, lo sguardo fiero ed impaurito allo stesso tempo, le gambe come insetti muti e tremanti.
L'uccellino salì sul suo dito.
Lei lo accompagnò alla finestra, mentre l'altra lo proteggeva dalle raffiche come la fiamma di un accendino scarico.
- È il momento: salta!
Ma non saltò. Almeno, non subito.
sabato, gennaio 18, 2020
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