domenica, giugno 12, 2011

Contingenze elementari (sesta parte)

"Ti ricordi? Quando eravamo piccoli facevamo sempre silenzio quando cominciavano i cartoni animati. Era un momento di estrema concentrazione, mi verrebbe da dire sacro. Comunque sia ordinato. Qualunque cosa voglia dire. Cominciavano i cartoni. Non so se ti ricordi quelli ambientati all'opera, una serata di gala o quello che era.

Insomma il personaggio principale comincia la performance con tutti i crismi: è una serata importante. Me ne ricordo almeno un paio strizzati in qualche improbabile smoking troppo elegante, già la cosa così era esilarante.

E poi cominciava la musica, una cosa solenne veramente, che ti faceva dubitare se stessi davvero guardando la stessa cosa che la sera prima ti aveva fatto morire dal ridere.
E poi, in un attimo tutto crolla: l'atmosfera solenne, la serietà, la preparazione, la compostezza. Ogni cosa degenera coralmente, abbattendosi sotto le violente spallate della musica.

Ti racconto tutto questo per dirti che la musica non era stata fatta per quel cartone animato. Era musica classica vera, una delle rapsodie ungheresi di Franz Liszt. Scritta almeno cent'anni prima. E' una melodia discontinua, dissonante, isterica, disturbata, un crescendo di follia faticosamente repressa nelle note iniziali. E' uno strillo di gioia primordiale strozzato dalla necessità di doverlo esprimere attraverso un meccanismo raffinato come la musica.

E' una transizione tra la ricerca dell'ordine ed il bisogno di caos. Anzi, è la transizione; in assoluto. Il degrado è la mutazione per eccellenza.
La variazione è selvaggia."

1 commento:

...ricchione ha detto...

questo racconto parla di musica o di sogni? ogni compositore è...