Su wiki certe voci vengono rubricate
come a rischio “recentismo”: non è un dramma in un post, che per
sua natura, soffre di una collocazione contestuale e temporale
precisa: data, ora, iPiroga e amenità inerenti. Altro elemento
sempre proveniente dal gergo wiki è quello di voce “disambigua”:
nel senso che quella stessa parola riguarda diverse voci distinte.
Questo personaggio è affetto da
“recentismo” ed è disambiguo: rinvia a uno, nessuno, centomila
altri personaggi che hanno un tratto comune: sono infelici.
Non vale la pena di scandalizzarsi per
quella che certi parrucconi definirebbero impropriamente neolingua,
sentire qualche influsso americaneggiante non è come fare turismo
sessuale: non è reato e non è moralmente riprovevole. A scanso di
equivoci vale ancora una volta la pena di precisare che disambigua
non è la nipote di Mubarak.
Se avesse costruito un ponte
monumentale (costruito, non promesso di costruire: differenza di non
poco momento), il cordoglio della cittadinanza avrebbe espresso per
lui questo epigramma, con tanto di targa commemorativa: “cospicuo
mercante”.
Badate, non benefattore o persona per
bene.
In fondo cosa doveva fare lui, era un
mercante, un finanziere, era uno che oggi non incontrerebbe, temo, la
simpatia del grande pubblico; ma comunque era uno che gli affari non
li faceva da solo, li faceva con altri, i gabbati, i polli (nel gergo
di WS). Art. 1173: il contratto (con gli italiani) è l' accordo di
due o, come in questo caso, più parti.
Qualcuno potrebbe ipotizzare la
necessità di figure di questo tipo, potrebbe ricordare che esistono
anche postini disonesti, potrebbe dire anche che, appunto, gli
affari si fanno in due; potrebbe anche ricordare ai forcaioli con la
bava alla bocca che se quelli sono polli, loro sono tacchini.
Questo signore sapeva vendere qualsiasi
cosa; sapeva comprare qualsiasi cosa ad un prezzo inferiore rispetto
a quello cui l' avrebbe rivenduta. Quasi sempre. Speculatore, giocava
con gli stati in fallimento, poi quelli fallivano.
Era in grado di sapere tutto, era oltre
ogni forma di insider trading, perchè era dio: aveva venduto le
azioni Apple la sera prima della morte di Steve Jobs; e quella volta
gli era andata male. Come ci aveva patito per quel rilalzo, però se
le avesse tenute, quelle stramaledette azioni, sarebbe stato come
tutti gli altri, come quelli che non sapevano. Forse poteva anche
prevedere quello storico rialzo, ma non restare lì a guardare senza
scommetterci su qualcosa.
Invece c' era una cosa che lo faceva
imbestialire, ed era il pensiero di un bambino. Di uno scricciolo
avido (esistono i bambini cattivi). Quel pensiero lo tormentava fin
da piccoletto, quando andava in quella patetica colonia, figlio di
patetici genitori operai (baro-torinesi), in cui si faceva il bagno
tutti pateticamente insieme cinti da stupide corde di sicurezza:
vedendo la luce del sole che si riverberava sul mare era costretto a
pensare a tutto quell' oro che non si poteva vendere e che non
avrebbe mai potuto vendere.
3 commenti:
Ti ho postato addosso: venditi questo
ti chiedo umilmente perdono
uniamoci in una rinnovata comunella: non è un caso se abbiamo pubblicato contemporaneamente
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