Acacia Audace aveva cavalcato a lungo nella prateria, fermandosi infine sul picco che dominava tutta la valle. Sedutosi, aveva cercato la risposta alle sue domande nelle stelle, chiedendo consiglio ai suoi illustri antenati. Si era seduto su una cacca di bufalo.
Essere un oracolo pellerossa non era facile. Bisognava trovare qualcosa da dire e poi riuscire ad essere pubblicati. Tutti gli dicevano che una volta trovato il proprio tema guida, tutto il resto era in discesa. C'era per esempio suo Pro-zio Nichele che si era specializzato negli oracoli riguardanti i meteorismi o la vecchia Dentiera Cadente che ormai pubblicava esclusivamente oracoli sulle serie tv della Fox. Tutti avevano trovato la loro nicchia editoriale, parlando sempre di cose che raramente poi succedevano ed evitando sempre di criticare od indagare la reltà, nella speranza (o nella convinzione) che le cose che sarebbero potute succedere sarebbero comunque state più interessanti delle cose che effettivamente sarebbero poi successe, o per lo meno più divertenti.
Lo stile giornalistico di Acacia non solo non era apprezzato nella comunità pellerossa, ma non aveva effettivamente senso al suo interno. Da qualche altra parte sarebbe forse stato un critico rispettato ed un pungente osservatore ma nella terra in cui era cresciuto, la sua terra, era impossibile riuscire a sfondare parlando delle cose che già la gente viveva ogni giorno. I pellerossa avevano bisogno di una finestra per guardare tutti i futuri possibili e Acacia Audace non sapeva fare altro che metterli davanti ad uno specchio e fargli notare quanto malmessi si fossero svegliati e quanto normale sarebbe stata la loro giornata.
Avvolgendosi in simili tristi pensieri, Acacia passò la notte seduto su quella cacca di bufalo, attendento una risposta che, come immancabilmente succede quando si racconta una storia, sarebbe arrivata il mattino seguente.
giovedì, agosto 30, 2007
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1 commento:
Ma dai, su una cacca di bufalo?
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