venerdì, maggio 27, 2011

Contingenze elementari (seconda parte)

Quando ebbe finito di lavorare accese la televisione. Sullo schermo si scontravano i personaggi di un film d'azione dei primi anni duemila, impeccabili come manichini d' alta moda, abbronzatissimi senza scottature. Benché non riuscisse a ricordarne il titolo sapeva di averlo già visto, una qualche replica la domenica pomeriggio. Era troppo pigro per cercare il titolo, e troppo distratto per accorgersi di non sapere in quale giorno della settimana si trovasse; magari era proprio una domenica pomeriggio.

Il punto era che la natura stessa delle sue routine era sregolata: sveglio quando gli altri dormivano, quindi potenzialmente mai. C'è sempre un cliente per un venditore di sogni, diceva qualche slogan di moda anni prima. La cosa gli ricordò con piacere il sogno che aveva trovato nella scatola dei cereali: il coupon doveva ormai essere perso in uno dei sacchetti che aveva ordinatamente messo in fila davanti alla porta di casa prima di mettersi all'opera.

Aprì il frigo, cercando qualcosa da mangiare. Aveva praticamente finito tutto lavorando.
Decise che il giorno dopo avrebbe comprato qualcosa di croccante e della pasta all'uovo, e poi magari avrebbe fatto scorta di succo, variando il mango con pesca e albicocca.

Era di nuovo seduto sul divano, guardando lo schermo senza vederlo, intento in pensieri oziosi riguardanti un domani che invece, lentamente, già sorgeva al di là delle tapparelle abbassate. Un grosso sole obeso spuntava da qualche parte, per battere i suoi raggi rarefatti dai vapori marini contro il pallido rosa del caseggiato.

Indagò come sempre i commenti a caldo sul sogno che aveva composto, prima di andare a dormire. Era piaciuto, ma sapeva che i primi a recensire erano spesso esaltati, entusiasti cronici più emozionati per essere i primi a parlarne che per il sogno stesso. O almeno era così per i prodotti degli aspiranti artisti come lui, che producevano esperienze oniriche a livello artigianale, lontani dai grandi componimenti delle società dedicate, compagnie che ogni notte raccoglievano milioni di sognatori.

Tra cui lui stesso, che caricato un grande classico decise di andare finalmente a dormire.
Lei suonò il campanello tre volte, quando ormai si trovava nel profondo del riposo.
Spiegò brevemente in un biglietto chi era, aggiungendo che sarebbe tornata, e lo fece scivolare sotto la porta, immaginando che non avrebbe avuto senso lasciare altri messaggi in una segreteria che poi non avrebbe ascoltato.

Il nuovo pezzetto di carta trovò scomodamente posto tra i cumuli di spazzatura.

1 commento:

Anonimo ha detto...

Ho pensato che lui si spogliasse in webcam, ma mi piace