La tua via è piena di questi commercianti, cè un abuso di macellai nella tua strada, nel tuo quartiere, in Italia. Un'orgia di carne, un corno bovino dell'abbondanza da cui sgorgano salamelle e salsiccie, lingue, mammelle, fegati, rognoni, petti, cosce, occhi di bue.
No, gli occhi mi fanno impressione.
Rileggi quello che hai appena scritto, ti piace?
E' inutile lagnarsi, sei nella tundra mentale d'ottobre, non serve a nulla fare lo schizzinoso e cercare dei temi interessanti di cui parlare, da cui spremere la morale posticcia che tanto nessuno coglierà, te compreso. L'unica speranza è quella con la S maiuscola: quella di mettere tutto quello che si ha nella pentola e di chiudervi sopra gli occhi, il coperchio e il cuore, e sperare che il risultato sia sufficiente a sfamarti.
E allora sarà lecito parlare di un elettricista improvvisato davvero sgarbato con la propria (futura) nuora, dei Gothamiti, dei pappagalli che popolano Albaro, dei libri di russo che non si trovano, dei fruscii del bosco, delle pietre che rotolano, delle foglie amaranto che cadono.
Si ripara una portiera e si chiude un portone, ma non è un portone qualunque, è un portone russo, che comprende le persone che vi abitano, i pettegolezzi da pianerottolo e i vecchietti seduti li' davanti con le sedie portate da casa.
Recito l'infinito di leopardi tre volte prima di alzare il coperchio, e guardo il risultato: sarà perfetto con le lenticchie.
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