Sono molto contento di incominciare questo ambizioso progetto, ma siccome non ho molti ricordi della mia infanzia mi perdonerete se incomincio da un punto preso a caso.
Compii dodici anni ed un piccolo incidente, adesso non riesco bene a ricordarmi di che tipo, mi provocò una cicatrice maestosa, che divise perfettamente a metà il mio volto, già simmetrico per conto suo. Scocciato dall'inconveniente, mi iscrissi al liceo classico, come gesto di ritorsione contro la vita stessa.
Tra le cartavetranti pareti del liceo regio, la regola dantesca del contrappasso mi diede l'ispirazione per trovare la mia professione: cosi' come la sorte aveva disegnato sul mio volto qualcosa che non avevo assolutamente richiesto, io avrei pitturato le carni snaturando l'opera iniziale di madre natura.Divenni tatuatore di uomini.
I dieci anni successivi furono un' orgia di sirene, ancore, teschi fiammeggianti e spade.
Poi, un bel giorno, anche se non ricordo proprio bene quale giorno fosse, venne la moda dell'avanguardismo, e la gente incominciò a cancellarsi tatuaggi che non aveva.
Disgustato, anche se non mi ricordo bene perchè, abbandonai la professione per dedicarmi ad altro.
Trovai lavoro come mangiafuoco, poi come schiavo in una copisteria ed infine approdai nel cantiere appena varato di un raccordo anulare. Lavorai giorno a notte come manovale, arrivando a chiamare per nome ogni singola colata di calcestruzzo e dormendo tra le bettoniere accese. Una sera al bar confidai il motivo del mio fervore costruttivo ad uno sconosciuto. Questi, sentendo che dedicavo anima e corpo alla costruzione di quel raccordo per dimenticare la mia esperienza di tatuatore fallito, ironizzò sul fatto che da tatuatore di uomini ero diventato tatuatore di mondi.
Ascoltando quelle parole, mi sovvenne alla mente l'immagine atavica di un uomo che orina nella neve: era stato il mondo a tatuare me.
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2 commenti:
non posso postare la seconda di l'ost finchè fai queste bellezze
che splendore
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