La luce intermittente gli mostrava le figure più strane, incidendo macchie di buio nella grande fascia che ormai riempiva completamente il suo orizzonte.
"Forse anche i grandi sistemi adottano questa struttura..." pensò, mentre percorreva a ritroso il percorso del suo pellegrinaggio "...e forse ogni singolo evento, ogni singolo ente, si trova immerso in un numero indefinito di se stessi, che vagano accendendosi e spegnendosi, scontrandosi e tentando di prevalere l'uno sull'altro. Forse, se non fossi venuto a vedere questa meraviglia, sarei stato solamente un me stesso poco lontano da questo che ora sono.
D'altronde, se questo ragionamento fosse vero, più progredisco nel tempo concessomi e più mi allontano dalle possibilità che non scelgo più riduco le possibilità di progredire in futuro. Che sia questo il motivo per cui tutti siamo destinati a morire? Di certo, solo un essere immobile e senza pensiero potrebbe essere la perfezione di se stesso ma anche io, che sono solo un entomologo, so che questo è del tutto impossibile.
Sarebbe comunque stato bello conoscere tutti i possibili altri me stesso sparsi per la mia Strada; tutte le altre lucciole che pulsano nel cielo senza vita...ma certo sono cose, e questo lo so anche io che sono solo un entomologo, che sarebbero possibili solo ad un dio o ad un oracolo..."
Acacia Audace spalancò i suoi nuovi occhi di oracolo pellerossa sulla valle accecata dal sole di mezzogiorno. Tutto intorno a lui si srotolavano come il delta di un fiume le possibilità del presente. Acacia sorrise: era ancora seduto su quella cacca di bufalo.
FINE
2 commenti:
guarda in fondo
ci hanno eliminato i sondaggi
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