Entro nella galleria. Non fraintendetemi, intendo galleria d’Arte; non fraintendetemi ancora: intendo esposizione, mostra,
Mostramela: fraintendetemi pure, se no qui si fa notte; anzi, è già notte: fuori.
Come due uccelli notturni siamo calati nell’edificio. Arlecchino grazie alle sue conoscenze altolocate mi ha portato qui, di notte, quando non c’è nessuno a parte qualche guardiano voyeur e qualche noiosa mosca cieca.
Dunque chiedo alla marchetta che ha nuovamente assunto la sua posizione pensante di farmi vedere l’opera. Tace e acconsente: acconsentire è la sua specialità.
Quanto a tacere…
”eccola”, me disge o zuenottu
E alua mi la veddu…
…veddu a lanterna, a câva…
…riveddu aa seja Zêna 'nlyminaa…
Ghe schersu letture!
La vedo.

Anzi, lo vedo: c’è un bambino inginocchiato in un angolo, sembra che pianga, o forse sta pregando.
Sembra un bambino.
“Di questo sol ti priego: avviciniamoci”
È troppo fermo, è imbalsamato…
Non si tratta di un bambino, i capelli…quei capelli…
Quel collo…
“avvicinati”
Lo guardo, lo vedo in volto...
Baffetti!?

BAFFETTI!
Indietreggio orripilato, poi mi accorgo di aver provato qualcosa di sublime: qualcosa di smisuratamente e incommensurabilmente qualcosa…non un orgasmo…ho assistito a un parto; di un genio: un bambino dal volto di Hitler.
Scatto dietro la mia guida, per proteggermi, d‘accordo è un bambino, un patetico bambino finto dal volto di Hitler: certo altre volte mi avrebbe concesso del facile umorismo. Ma ora no, lo so io perché:
Dal
Terribile, tragico, orribile
Nasce il sublime
È un parto tragico
Urla e strepita
Defeca dallo sforzo
Madre natura
E’ un parto orribile
Il nascituro
Non piange
Ma è ben vispo
Ti scruta con quegli occhi di diamante
Ti tremano le mani
Lo lasci cadere
Senti il vuoto
Ti esplode dentro
Piangi bambino cornuto
Piangi
E lui non piange
Continua a guardarti
E poi tutto svanisce
E tu cadi al suolo
Bambino terribile(*)
Arlecchino mi racconta delle convulsioni e degli spasmi che mi hanno colto. La mia unica risposta è il silenzio. Mi devo ancora riprendere quando comincia:
“Credevi che fosse un bambino; da molti è considerata l’incarnazione di tutti i mali del novecento. E’ andato al potere perché tutti l’hanno visto solo davanti, si sono lasciati ingannare dalla sua Arte: l‘Arte non fa altro che ingannare; "i poeti, che brutte creature!" Dice compagno Francesco. Ma dico se avessero visto dietro cosa c’era: un bambino che piange in un angolo: dietro ogni mostro c’è un bambino che piange in un angolo.
Se avessero visto.
POST-TRAUMATICO UMORISMO
innanzi tutto l'asterisco (*) enfant terrible
che sgorbio di bambino
che brutta cera!
mazza aò chissà la madre
" " " er padre (me frega già de meno
ma se ho pijo je meno)
Tiratina moralizzante:
Dunque, non badate troppo alle apparenze, a meno che non vogliate tirare due colpetti: d’accordo questo è un bambino, e poi è veramente un mostro, ma il mio discorso tendeva più all’astrazione; quindi, se non dovete ciulare badate alla sostanza e non alla forma, a meno che voi non facciate come me e non intendiate sostanza la sub-stanza ovvero ciò che c'è sotto non il tessuto dell'epidermide bensì il tessuto dell'abito…ma non perdiamoci in cavilli linguistici, s'è capito; poi è quasi giorno: è ora di andare a dormire.
Un’altra cosuzza: state attenti a come educate i vostri figli, che poi se vanno a puttane e si sbronzano è grave ma siate pronti a suonare l’allarme rosso se:
se vi accorgete che sono negri e voi bianchi (e anche a mamma).
se vi accorgete che sono bianchi ed escono con un negro.
se hanno perso le mani non in battaglia ma facendo a pugni…anzi a pugnette.
<=> (se e soprattutto se; grazie Moirano) dicono di uscire con Malcom X, perchè:
1) è un animale, er pantera: a bestia più figa dela tera
2) è neretto
3) è morto e allora: a) vi sta raccontando una mussa b) non ci vogli pensare, sono un ragazzo pudico io! come Bomber Bombanti che se n' è bombati tanti.
dunque seguite i consigli e vivete tranquilli, e regalate a vostro figlio un bel rasoio.