La porta si apre e Madame Zixa scivola silenziosa sulla sedia di fronte a lui, posando sul tavolo una scatola da scarpe. Il suo sguardo si solleva lentamente e finalmente Filippo si accorge di quanto sia intenso il suo rossetto; è di un turchese carico e senza compromessi, spesso come un olio su tela.
Madame Zixa ha, più o meno, settant'anni. Dopo aver dato alcuni colpetti aritmici sulla scatola, la donna dice:
" Qui, c'è quello che cerchi. Però, prima che tu veda la pietra e conosca la sua storia, vorrei tanto sapere il perché di questo tuo interesse. "
C'è una pausa, ma appena Filippo apre bocca per rispondere lei lo zittisce con un cenno, riprendendo a parlare e dondolandosi intanto sulla sedia con gli occhi chiusi.
" Tu sei molto, molto giovane. Un interesse tale da spingere ad una ricerca è un sentimento decisamente forte e non va sottovalutato. Nondimeno, la tua ricerca è particolare. Il mio timore è che tu sia un entusiasta. Gli entusiasti sono le persone che io, durante la mia vita, sono sempre stata costretta a temere. Purtroppo anche a frequentare. Quindi raccontami. "
Segue un' altra pausa e infine, con un rapido gesto della mano, Madame lo incoraggia a parlare.
" Tutto è iniziato mesi fa. Avevo cominciato, per mio interesse, a scrivere una storia riguardante me e i miei amici. La storia parlava soprattutto dei concetti di migliore e peggiore, ed era strettamente collegata al modo in cui la scrivevo. "
La donna tossisce, Filippo fa altrettanto e continua.
" Scrivevo infatti la storia in parti, pubblicate una dopo l'altra su un blog che ho con degli amici da molti anni e a cui sono molto legato. I miei amici facevano parte della storia stessa, che a sua volta aveva come tema secondario il modo in cui la storia era pubblicata. In pratica la mia intenzione era quella di parlare dell'intrecciarsi di tre creatività basate su diversi modi di considerare ciò che è migliore. "
Sempre tenendo gli occhi chiusi e dondolandosi, le labbra turchesi scandiscono: " E ha un nome, questo blog?"
Filippo annuisce: " Sì, si chiama I Tre Caballeros. "
" E' un bellissimo nome. " sentenzia Madame Zixa.
" L'ottica narrativa era la mia, ma rappresentava una visione centrista, permissiva, dubitativa. Nel racconto, venivo attaccato da un modo di vedere più intransigente, volto a vedere il meglio come liberazione di tutto ciò che non fosse considerato tale. Una terza parte, più portata alla passività e quindi meno esplicita, restava invece in disparte, considerando migliore l' accettazione acritica di ogni cosa. "