EDITIO EXTRAORDINARIA
-O&L Ora et labora magazine-
Assiso su una poltrona è intento a mangiare un caco; neanche mi nota quando entro nella hall della clinica di lusso nella quale si è sottoposto ad una pulizia del colon.
Eccolo li', il divo, assorto nei suoi sogni di gloria e di potenza; mi avevano avvertito che non sarebbe stato facile intervistarlo, nel viaggio mi ero gingillato sulla possibilità di essere trattato malamente, tale eventualità' prese la forma della certezza quando si accorse di me.
“Se è vero che il nostro corpo è il nostro ufficio anche lei dovrebbe sottoporsi ad uno di questi trattamenti”
Mi anticipa fin dalla prima battuta su quello che potrebbe essere disdicevole per la sua immagine. Una pulizia del colon, mi ha consigliato una pulizia del colon. Bastardo. E' evidente che vuole provocarmi; deve essere stata quella checca del suo agente a convincerlo a concedere un' intervista: ora lui non ne ha voglia, o vuole fare un dispetto al suo assistente per poi avere un pretesto per licenziarlo; o forse tutte e due le cose e qualcos altro certamente più abominevole e che ora mi sfugge.
Cari amici di “Ora et labora”, esistono molti modi di fare un intervista. Io ho sempre cercato di rivelare l' anima del mio interlocutore, anche se nera;
(a questo punto le vostre mutande dovrebbero essere già bagnate di quel liquido giallo col quale amate inumidire i bordi della tazza del gabinetto, la tavoletta e il pavimento circostante)
Chi non ha mai sentito dire che i cattivi sono più intriganti?
Cazzate.
Se vi capita di sentirlo dire ancora voi rispondete con un nome:
Matteo.
Se volete immaginare un colore per la sua anima pensate al vomito.
Avevo voglia di fuggire, ma quegli occhi, cari amici di Ora et labora, dovete credermi: hanno qualcosa di magnetico; mi sentivo il protagonista di cuore di tenebra, libro che voi purtroppo non avete letto perché messo all' indice, ma
eccolo lì, il mio Kurz, il suo mistero, la trama fitta della giungla, le teste mozzate, il sangue, il verso di un animale quando non te lo aspetti, proprio dietro di te, il brivido freddo lungo la schiena.
In quell' istante la vidi, amici di Ora et labora, la macchia nell' occhio, voi non crederete, il segno del maligno: nel medioevo per una cosa simile ti avrebbero ucciso. Desiderai di essere sbalzato da qualche buco nero o contingenza planetaria nel medioevo, come molti di voi, del resto, cari amici di Ora et labora.
Non dissi niente. Aspettai; gli occhi fissi nei suoi. Mi dava fastidio l' idea di vincolarmi a lui, sia pure per un tête à tête di un quarto d' ora; avevo paura per la mia anima, voi capite, cari amici di Ora et labora. Ma volevo vedere.
“Io adoro i cachi; su di essi ho una teoria ma se lei preferisce potrà considerarla una metafora: i cachi sono come le persone, succhi la parte dolce e sputi il resto...”
Immaginai Virgilio mentre scaglia la manciata di terra nelle fauci del Minotauro, cercai un pugno di terra e non lo trovai. Certe cose al Liceo non te le insegnano. Rimasi in silenzio.
“Sto parlando del caco, della sua passività indiscussa, della sua dolcezza che lo rende suo malgrado una preda prelibata... è una teoria. Sappia fin da ora che se non sarà di mio gradimento io non autorizzerò la sua intervista. Assaggia e sputa quello che non va giù, è la mia teoria”.
“Io dunque sarei un caco”, parlai senza pensare, e in effetti non c' era nulla di logico nella mia osservazione. Ma, cari amici di Ora et labora, in verità era proprio quello che voleva sentirmi dire; Matteo ha un suo modo per farti arrivare alle cose, non è logica, è influsso malefico, ispirazione nefasta.
“Se preferisce può considerarsi un altro tipo di frutto, a sua discrezione”
Continua a mangiare, truculento; ho sentito dire che fra le scimmie capita che vi sia qualche episodio di cannibalismo. Ci avevo pensato, si, ma prima di veder mangiare Matteo non avevo mai afferrato la vera essenza del cannibalismo, per dirla con le parole di Kurz morente, l' orrore... l' orrore... l' orrore...
“Dicevamo... (spocchioso)... ah certo i cachi, si...”
E' il momento di cominciare. Se state leggendo siete ancora in tempo per buttare il settimanale cattolico che avete fra le mani, vi mando la mia personale indulgenza. “Ha conosciuto solo cachi nella sua vita?” Il suo fastidio è palpabile, sta pensando a quel qualcosa di peggio.
“No, anche qualcosa di peggio”, sputa, il caco gli cola dalle labbra carnose; è barbuto quel tanto che basta per dare il via a delle disgustose coreografie. Cari amici di Ora et labora, se voi foste stati con me ora avreste molto più che il semplice sospetto che la scimmia SIA un nostro antenato.
“Che cosa trasforma il caco in qualcosa di peggio?”
“La debolezza, un male multiforme. Da essa derivano altruismo e ottimismo, se malauguratamente questi due figliano rischia di nascere uno spirito puro... l' altruismo, non c' è niente di più vile di un atto di altruismo... Ma, ora, lei mi ha fatto una domanda molto generale e giustamente pretenderà di avere una risposta generale... Direi la virtu', chiaro sintomo di superstizione; una regola di vita eccessivamente sopravvalutata”
“Anche lei ha paura”
“Si, temo il fallimento, temo che persone più stupide di me arrivino più in alto; questo è il mio credo, prenda appunti: non sperare nella vittoria ma fai in modo che gli altri non vincano.
Prenda Napoleone, sa cosa l' ha fregato, il fatto di voler vincere, se si fosse limitato a perseguire la sconfitta degli altri oggi noi parleremmo francese e avremmo periferie piene di negri”
“Scheletri nell' armadio?”
“Così ci perdiamo, il mio armadio è un cimitero. Pero' posso dirle un piccolo segreto che in qualche modo va ricollegato a quanto stavamo dicendo... posto su facebook le foto dei miei amici quando vengono brutti: far perdere gli altri, non vincere, è una regola di successo”
“Il suo motto...”
Si piega leggermente sulla poltrona. Ha finito il caco ma continua a tenere il cucchiaino in mano, lo muove ritmicamente, come un maestro d' orchestra, cerca l' ispirazione; inserisce il cucchiaino nella fogna, lo estrae, mostra l' arcata di denti superiore, forse sorride e finalmente parla. I suoi canini non sono particolarmente sviluppati.
“Barcamenarsi in questo mare magnum che è la vita ottenendo i massimi vantaggi col minimo dello sforzo... in fondo non siamo che vasi d' argilla... per la verità alcuni più furbi di altri... io non lavo i piatti, mi limito a sciacquarli...”
“Ma se qualcuno mangia in quei piatti rischia di avere un gran mal di pancia”
“Vede, di mal di pancia non è mai morto nessuno, io invece sento che di fatica potrei morire. Non sono un lavativo, per fatica io intendo: fare qualcosa che non mi dà vantaggio; ecco, io a fare una cosa che non mi da vantaggio ci potrei anche morire.” Esprimendo quest' ultimo concetto cambia tono di voce, più sottile e acuto; sembra il lamento frustrato di un sonnambulo. Si riprende e continua. “Mi considero un filosofo della vita, uno che ha metodo nelle cose e non perde tempo, il tempo è denaro, il denaro è successo. Ho sentito da qualche parte che il denaro è una bella ragazza. Che ti sta accanto una notte e te la devi godere finchè puoi... ma il denaro è molto di più, è potere, lusso, soddisfazione e anche una bella ragazza...”
“Lei è uno che dura?”
“Eh?”
“Le do un aiuto, a Vienna, qualche anno fa lei ha dichiarato: ora mi porto una troia in camera, in albergo, e ci do tutto il giorno”
“Ora ricordo, avevo circa dodici anni, da allora non si è mai lamentata nessuna”
“E con la ragazza di Vienna poi come è andata?”
“La pianti con questa fabbrica del fango”
“E' omosessuale?”
“Non l' ho ancora dichiarato”
“I tre oggetti a cui non potrebbe rinunciare”
“I post it sui quali annotare i miei crediti, anzi debiti degli altri suona meglio, la gazza al mattino, lo sopino per il cesso”
“Quante volte va in bagno in media?”
“Una volta al di', a volte bisso”
“Complimenti”
“Grazie ne vado molto fiero”
“e fa bene. Libro sul comodino?”
“La biografia di Lippi e sport week”
“Fotografie?”
“Io e Lippi alle Cinque Terre”
“Poster, calendari?”
“Megaposter del capitano, statuetta votiva del mister e un calendario di donne nude”
“Ah, avrei pensato che un calendario della juventus; sarebbe stato più nelle sue corde”
“Infatti quello di donne nude me l' hanno regalato”